Negli ultimi anni le birre artigianali sono riuscite a conquistare una fetta sempre crescente di mercato, grazie a una maggiore consapevolezza in merito all’importanza della valorizzazione dei prodotti di alta qualità. Oggi la birra non è più vista solo come una bevanda alcolica, ma come una vera e propria passione, con sempre più persone che apprezzano il gusto la storia dietro una birra artigianale.
Ovviamente è importante conoscere quali sono le varie tipologie di birra, imparando a distinguerne differenze e peculiarità, per orientarsi in modo corretto nell’acquisto del prodotto più adatto ai propri gusti. In questa guida alla scelta della birra abbiamo raccolto tutte le informazioni più importanti, per fornire un supporto concreto a quanti vogliono capire come individuare il prodotto giusto tra le centinaia di proposte disponibili sul mercato.
Le principali tipologie di birre in commercio
Tutte le birre sono caratterizzate da alcuni ingredienti base, tra cui l’acqua, il luppolo, il malto d’orzo e il lievito. Naturalmente ogni birrificio caratterizza tramite spezie ed ulteriori ingredienti il prodotto che vuole realizzare, per donare alla birra un aroma e un sapore che la contraddistingua. Inoltre esistono altri fattori che differenziano le varie tipologie, dal luogo in cui viene prodotta al tipo di fermentazione adottata.
“Il tipo di fermentazione dipende dal tipo di lievito utilizzato, e può essere alta o bassa. Le birre a bassa fermentazione più diffuse (chiamate anche Lager) hanno una gradazione alcolica intorno ai 5° ed una colorazione chiara, come la Pilsner, la Helles e la Keller. Vi sono tuttavia anche Lager con gradazione alcolica molto maggiore, come le Bock. Nelle birre ad alta fermentazione invece il lievito dona aromi e profumi più floreali, come avviene per la IPA, le Pale Ale e soprattutto per le birre belghe come la Tripel.”
Vi sono infine i prodotti creati tramite la fermentazione spontanea, ossia lasciando che i lieviti presenti nell’aria attecchiscano al mosto di birra, che viene lasciato in appositi ambienti con le finestre aperte. Si tratta in questo caso di prodotti di nicchia, con un gusto decisamente acidulo e proposti per un mercato ristretto di appassionati e intenditori. Dette anche “birre acide”, vengono realizzate soprattutto in Belgio, e le tipologie più diffuse sono il Lambic, la Kriek, la Gueuze e la Framboise.
Cosa valutare per identificare le diverse birre
La scelta della birra non è una decisione facile, specialmente quando non si conoscono i prodotti disponibili sul mercato e non si hanno le idee chiare sulle peculiarità di ogni proposta. Spesso si tende a considerare solo il colore, ad esempio orientandosi verso una birra chiara o scura, sebbene questa caratteristica sia decisamente generica e non in grado di fornire un riferimento preciso.
Lo stesso vale per il termine “doppio malto”, che altro non è se non una definizione della legislazione italiana legata alla concentrazione di zuccheri durante una delle fasi produttive, ed in base al quale si calcolano le accise da pagare allo Stato; nulla a che vedere con lo stile quindi. Soprattutto nell’ambito delle birre artigianali bisogna necessariamente spingersi oltre, migliorando la propria consapevolezza sulle proprietà organolettiche e gli aspetti principali che differenziano i vari prodotti.
Quale birra scegliere in base alle proprie preferenze?
Per acquistare una birra che sia in grado di soddisfare le proprie esigenze, da consumare in casa o in un locale, è fondamentale tenere conto soprattutto del tipo di fermentazione, quindi il tipo di lieviti utilizzati. I lieviti a bassa fermentazione non caratterizzano particolarmente il sapore della birra, lasciando al malto e al luppolo la scena principale nei sapori, che saranno meno fruttati. Nelle alte fermentazioni il lievito dona note floreali più complesse, soprattutto nelle birre belghe. I lieviti delle fermentazioni spontanee invece caratterizzano la birra tramite una marcata acidità, ma anche con una notevole freschezza.
Il grado alcolico fa la differenza se si desidera un prodotto “da sessione”, ossia una bassa gradazione alcolica da bere in grandi quantità in una lunga serata, oppure “da meditazione”, ossia una birra forte da bere con calma a fine pasto. Il colore da solo, senza altri parametri, quasi mai è un buon indicatore, poiché una birra scura può essere leggerissima o fortissima, e lo stesso vale per una birra chiara o rossa.
Ad esempio, una NEIPA ed una Tripel possono avere lo stesso identico aspetto, ossia un giallo opaco, ma la prima è amara, fresca, con note di frutta tropicale e con gradazione 5 gradi alcolici; la seconda invece è quasi esclusivamente dolce, con un corpo molto robusto, avvolgente, note di pera matura e gradazione dagli 8° in su. Anche una birra rossa, solitamente identificata come forte e dolce, in realtà ha lo stesso identico aspetto di una bitter inglese, che invece ha un corpo scarico, un lieve amaro finale, leggere note maltate e tostate ed un tenore alcolico di circa 4°.
Il modo migliore per orientarsi nell’acquisto è conoscere gli stili, e gli stili si imparano con la bevuta “guidata”. Soltanto bevendo birre di diverso stile e facendo man mano domande al proprio publican si potrà acquisire una consapevolezza nella scelta che raramente ci lascerà delusi.